il cigno nero

Il Cigno Nero: la Grande Rinuncia di una Popolazione ed il suo futuro

Non era previsto, ma avvistiamo il cigno nero nelle fattezze di un’emergenza sanitaria gravissima che sconvolge le nostre Vite. Il termine “cigno nero”, secondo la definizione del filosofo Nassim Taleb, indica un fatto impossibile o perlomeno improbabile; si basa sulla presunzione che tutti i cigni siano bianchi. Nel saggio omonimo, Taleb descrive come tentare di arginare gli effetti negativi dei cosiddetti “cigni neri” e trarne anche la parte positiva.

Che cosa di positivo potremmo trarre da un evento così difficile, lungo e doloroso?

Siamo soggetti a misure restrittive, di isolamento e di controllo individuale, così come previsto nella nostra legislazione in caso di malattie gravi trasmissibili; ma in questo caso le misure sono estese a tutto il territorio nazionale e tutta la popolazione italiana. Lo scopo è uno solo; che il danno cagionato o subìto alla propria salute non produca danno alla salute degli altri. E da questo deriva il corollario che la tutela della salute collettiva è esigenza prevalente sull’esercizio dei diritti costituzionali.

La popolazione d’Italia è stata chiamata alla Rinuncia per proteggere il Bene Superiore della Vita di ognuno di noi. Abbiamo rinunciato al diritto di libera circolazione, al diritto di riunione di qualsiasi natura (per fini politici, religiosi, artistici, e spontanei come le allegre serate in compagnia degli Amici). Non possiamo confortare né salutare i nostri cari che, soli, raggiungono la terra che siede “all’ombra dei cipressi”, laddove “anche la Speranza fugge”. Ci addentriamo in una crisi economica e finanziaria che potrebbe rivelarsi molto più preoccupante di quanto prevedibile.

Quale effetto può attraversare le nostre Vite in questi giorni ed imprimere su di noi un segno positivo? Il primo che mi sovviene è la riconoscenza alla solidarietà della maggioranza della popolazione italiana pronta a porgere aiuto “negli alterni perigli e nelle angosce della guerra comune”. Il secondo è “l’eredità di affetti” dei nostri cari che, senza rumore, quasi chiedendo scusa per l’arrecato disagio alla sanità pubblica, ci hanno lasciato l’ultimo insegnamento di Vita, loro che sono cresciuti nella considerazione che Nulla è dovuto. Il terzo è, in forma di augurio, l’effetto sulla nostra formazione culturale, sia individuale che sociale, a causa e motivo della sofferenza e preoccupazione che questo gravissimo evento sta generando in ognuno di noi. E forse sarà questo effetto a creare il processo di risveglio interiore di una popolazione nel divenire cosciente che non siano le circostanze esterne a decidere sul futuro di un Paese, ma la programmazione lato sensu, l’equilibrio e la sicurezza sociale, la valorizzazione del merito e della competenza, e l’abbattimento delle ipocrisie istituzionali, che sono gli unici elementi per un “ordinato progresso della società nazionale” da affrontare senza Paura e Presunzione, suoi peggiori nemici.

A coloro che con ostinazione e superbia rimangono fermi nel credere di sapere che cosa sia giusto e sbagliato, giudicando eventi, persone ed azioni con spiegazioni semplicistiche e fuorvianti, presento il pensiero di Taleb, per cui la proposizione “sappiamo”, in molti casi, è un’illusione, apparentemente necessaria, della mente umana, ma non sempre ha una base solida per sostenere questo “delirio di conoscenza”. Più umilmente il metodo socratico di interrogativo e confessione di ignoranza mi appare l’unico approccio per Vivere con serenità e per programmare il futuro: “io so di non sapere”. Da un simile approccio di umiltà, un Paese che sia in grado di promuovere una politica economica di investimenti e modernizzazione per risolvere gli squilibri atavici e che sia capace di costruire una via di più razionale impiego del reddito pubblico, potrà migliorare la qualità di Vita della Popolazione accompagnandola verso il raggiungimento del più alto livello possibile di salute, definibile come “uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale” e non semplicemente “assenza di malattia o infermità”. Nel futuro che verrà, la rinascita della Coscienza Politica è necessaria per sviluppare una strategia di crescita robusta e reale del Paese.

Oggi Rinunciamo. Domani carichiamoci di Responsabilità. Sempre per il Bene.

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